Dell’arte di scegliersi gli amici

Ok, respirone: questo è un post polemico. Qualcuno potrebbe rimanerci male. E no, stavolta non saranno i cattolici, tanto per cambiare!
Però se non dicessi quel che penso, anche quando può offendere qualcuno, il blog non servirebbe a nulla. E magari questa volta mi sbaglio, perciò spero che qualche lettore avrà la pazienza di illuminarmi e di farmi capire questo fenomeno.

Dopo la premessa conciliante, il tema è questo: avete presente quanto ci incazziamo quando gli omofobi iniziano le loro tiritere con il proverbiale “Ho tanti amici gay, ma…”? Ecco. La mia domanda di oggi è al contrario: com’è che noi abbiamo tanti amici omofobi?
E parlo di amici, sia chiaro.
La famiglia non te la scegli, i colleghi di lavoro o compagni di scuola nemmeno. Ma gli amici sì.

Perciò quando sento persone che mi dicono: “Ho la bacheca di facebook piena di questa roba sul gender”, mi viene da chiedere: e com’è che tra i tuoi contatti facebook è pieno di bigotti ignoranti?
Quando sento persone che mi dicono: “Non ho detto ai miei amici che sono gay perché ho paura che la prendano male”, mi viene da chiedere: e com’è che hai degli amici di merda? E ti fai anche scrupoli all’idea di rischiare di perderli?

Ora, anche se quando scrivo sul blog e sulla pagina cerco sempre di essere positiva, incoraggiante e simpatica (non so quanto ci riesca), io nella vita ho un pessimo carattere. Ho molti più ex amici che amici e per una ragione molto semplice: taglio i ponti. Pure troppo. Non sono il tipo di persona che passa sopra a tutto in nome di un’amicizia storica o del quieto vivere. Non dico che sia giusto ciò che faccio, ma sono fatta così. Quindi mi riesce particolarmente difficile capire che senso abbia continuare a tener vivi dei rapporti con persone che sono così grette e ignoranti da discriminare qualcuno in base al suo orientamento sessuale. Se a essere omofobi sono tuo padre, tua madre, il tuo datore di lavoro, lo capisco che sia molto difficile, perché quella non è gente con cui puoi chiudere da un giorno all’altro.
Ma gli amici? Le persone che tu stesso scegli di frequentare?
Tanti mi rispondono: “Ma no, non sono amici, è che sono conoscenti quindi abbiamo l’amicizia su facebook.”
Bene, toglietela. E se vi va, o se vi fanno domande, spiegate pure perché. Non dico di essere maleducati, basta spiegare: “Le tue opinioni mi infastidiscono e mi feriscono”.
“Eh ma non sta bene.”
Ah non sta bene? Loro ci insultano, ci disprezzano, e non sta bene se noi proviamo a reagire?
Ma come pensiamo di cambiarlo il mondo, se abbiamo paura di fare un dispetto a qualcuno, se non altro allo scopo di aiutarlo ad aprire gli occhi?
Non siamo NOI che dobbiamo essere timidi. Se uno è fascista, se è ignorante, se è un cretino che non sa distinguere una buona fonte da un sito spazzatura, se è un omofobo è LUI che si deve vergognare, e NOI abbiamo la libertà e anche il dovere di farlo vergognare. Altrimenti, con questa scusa delle buone maniere, va a finire che dobbiamo anche ringraziare chi ci pesta sugli autobus, chi ci caccia dai ristoranti, chi manifesta contro i nostri diritti.
Lo ripeterò finché avrò fiato: LORO HANNO TORTO. E secondo me stare zitti, fare buon viso a cattivo gioco significa dargli quasi ragione, concedere loro una licenza che li autorizza a continuare a pensarla così e a propagandare le loro idee.
Non è vero che tutte le opinioni vanno rispettate, non quelle che ledono la dignità di altri esseri umani. E avere almeno il coraggio di farlo presente alle persone che conosciamo mi pare un buon inizio.
Che poi, chissà, magari qualcuno di loro il dubbio se lo pone. Magari si informa, o ci fa delle domande, e va a finire che cambia idea. Perché per cambiare il mondo bisogna far cambiare idea alle persone, una alla volta, e per farlo bisogna incontrarsi, certe volte scontrarsi.
E in ultima analisi, se non altro, togliere il saluto a certa gente è davvero una bella soddisfazione.

Vulcanica

9 pensieri su “Dell’arte di scegliersi gli amici

  1. Cara Vulcanica,
    ho apprezzato molto questo tuo post e devo dire che io stessa mi sono ritrovata a fare piazza pulita, anche se gradualmente e ancora non completata, di quegli amici su Fb che non “rispettano gli standard” Miei.
    Omofobi, Razzisti, e persone il cui QI rasenta lo 0. Per evitare anche di esser maleducata di fronte all’ignoranza becera.
    Però mi rendo conto che alcune persone è difficile eliminarle totalmente.
    Ho un'”amica” Razzista (grazie al cielo Omofoba no, o quanto meno mai si è palesata in tal senso nei miei confronti), la vedo poco e sono disgustata da alcuni suoi commenti e comportamenti, oltre alla vergogna che mi ha fatto provare in determinate occasioni quando l’unica cosa che avrei voluto fare era sotterrarmi.
    Parlando di questo suo modo di fare anche con altre persone, sono giunta alla supposizione che il suo esprimersi a questo modo è per un distinguo automatico, da persona estremamente egocentrica qual è.
    Lei sa, Lei fa questo, Lei fa quello, Lei conosce Tizio e Caio, Lei è stata a destra e a manca. Tutto Lei.
    Però, mi rendo conto che non ha veramente cattiveria, ma si tratta di una persona essenzialmente sola, con poche amiche, e non so nemmeno quante di loro Vere.
    E questo mi da la speranza che possa riuscire a capire i suoi comportamenti sbagliati, e a correggerli.
    Che ne pensi?! Sono curiosa del tuo parere.
    Spappy

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    • Ciao, grazie del tuo commento!
      Mi hai fatto riflettere sul fatto che forse, prima di tagliare i ponti, è opportuno domandarsi perché queste persone la pensino così. In molti casi, specie se parliamo di persone di età avanzata, si tratta dell’ambiente in cui sono cresciute; sono abituate a questo. Però nel 2016 non si può giustificare o accettare che il condizionamento ambientale (quello della famiglia o della comunità religiosa di appartenenza) sia un limite così importante alla formazione di idee e punti di vista individuali…insomma, siamo iperconnessi, bisogna davvero avere i paraocchi per non estendere un po’ i propri orizzonti. In molti casi anche il carattere può fare la sua parte. Nel caso della tua amica, per esempio, forse parlarle può essere più utile che sbatterle la porta in faccia; farle capire che, quando dice certe cose, si sta comportando in maniera stupida e che non sei d’accordo. Si può provare a discutere e a confrontarsi, se ci si riesce…perché di solito discussioni così degenerano in litigi. Apprezzo comunque il fatto che tu abbia la lucidità di sofferarti sui punti di vista altrui prima di allontanarli come tendo a fare io. Secondo me, sia che si tenti di farli ragionare, sia che si tolga loro il saluto, sia che si trovi un altro modo per controbattere alle loro argomentazioni, penso che l’importante sia non essere indifferenti! Vulcanica

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  2. Ho letto questo post e voglio commentare perché mi colpisce – nel senso che in qualche modo mi fa “sentire in colpa”. Anche io ho tra gli amici di Facebook persone che non stimo minimamente e che berciano idiozie ogni santo giorno, facendo il giornalista locale ho accettato e chiesto, negli anni, l’amicizia delle persone più disparate, e molto spesso lascio correre.
    Ma lo faccio perché del 90% delle persone che mettono in mostra la loro idiozia non ho la minima stima, e so bene che la discussione sarebbe inutile perché mancano proprio le basi per farlo. Quel restante 10%, fatto da persone che “stimo” – nel senso, con le quali reputo utile un dialogo, un po’ come l’amica di cui sopra – non lo lascio sicuramente correre, e a volte serve a qualcosa, se non altro a far sentire a queste persone che siamo dappertutto, non solo in televisione e nel gruppo bilderberg.
    C’è anche un altro fatto: a me interessa vedere cosa si muove in queste cose. Non mi bastano i reportage di alcuni siti, né spiare le pagine di salveenee e dimissioni&tuttaccasa: mi interessa vedere in che modo le persone le condividono, e quali persone lo fanno. Certo ci vuole stomaco e non sempre io ce l’ho.
    Ci sono tanti modi di stare su Fb. Come hai detto tu nel tuo ultimo commento, l’importante – davvero importante – è non essere indifferenti. Poi strategie e tattiche possono essere diverse da un@ all’altr@ 🙂

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    • Ciao, sono contenta che il post ti abbia colpito, anche se naturalmente non intendevo “far sentire in colpa” nessuno, magari far sorgere dubbi sì. Trovo molto sensato quel che dici, lo stomaco di cui parli io proprio non ce l’ho e di sicuro è questa la prima ragione per cui tendo a evitare di avere rapporti con certe persone, non tanto per aprir loro gli occhi quanto perché semplicemente non me la sento. L’importante è essere critici, è non credere che il nostro giudizio di noi stessi debba essere influenzato dalle stupidaggini che dicono gli altri, e anche non pensare che le loro opinioni siano “innocue” – perché danni ne fanno eccome. Spero che tu posti sulle loro bacheche altrettanti articoli che li facciano incavolare 😉 e magari, chissà, si spera…riflettere! Vulcanica

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      • Sì, io spero vivamente di infastidire tutti e tutte loro! 🙂 Ma al tempo stesso penso anche che, in qualche caso, è come gettare un seme o una pulce nell’orecchio, che magari non servirà a cambiare loro, ma magari ne beneficeranno figli, figlie, nipoti, alunni/e.. Chissà!

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      • Vero! Dobbiamo far vedere che c’è comunque chi la pensa diversamente, per le persone che provengono da ambienti chiusi in cui sono abituati a sentire una sola campana credo sia importante. Tutti noi crescendo abbiamo cambiato idea su qualcosa grazie a un libro, un film, una frase detta da amici o conoscenti…non arrendiamoci 🙂 Vulcanica

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  3. Io per un periodo ho tenuto queste conoscenze su FB nella speranza di far loro cambiare idea. Quando ho capito che era impresa persa li ho rimossi tutti, e da allora non accetto più amicizie da gente così. Credo sia una cosa che dobbiamo a noi stessi.

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    • Ben detto. Parlo anche della vita reale, a volte nascondiamo cose così importanti con qualcuno perché abbiamo paura che reagisca male ma…se siamo amici, non dovremmo dover aver paura delle loro reazioni a ciò che siamo. E se davvero sentiamo di non aver niente di cui vergognarci o niente da nascondere, ancor meno dovremmo vivere nel terrore di chi passa per strada o chi ci vede mano per la mano con il/la nostro/a partner in un negozio. Capisco che non tutti se la sentono di vivere “out & proud” (sia che siano lgbt, sia che siano nostri alleati etero, che tante volte anche loro le prendono) e che non è obbligatorio farlo, ma non potrei vivere in alcun altro modo. 🙂 Vulcanica

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