Out of the Closet – Section 3.2 Genitori, non preoccupatevi!

Ecco la seconda parte del terzo capitolo della guida al coming out…Prosegue da qui.
Le illustrazioni sono sempre di Cloud.

3. ESSERE GAY NON È UNA MALATTIA
E questo non lo dico io. Questo lo dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità, lo dice l’Ordine degli Psicologi. Qualunque siano le tue idee in materia, essere omo o bisessuali non è una malattia. Non c’è niente che non va. Perciò non iniziare a pensare di intraprendere percorsi massacranti e umilianti allo scopo di “convertire” tuo figlio e farlo tornare etero (tornare? non lo è mai stato, solo che tu non lo sapevi). Nessun medico al mondo può prometterti di guarire tuo figlio dall’omosessualità: se lo fa, mente, non è in buona fede, è un ciarlatano e dovresti denunciarlo. Nessuna preghiera o terapia o corso o distrazione può cambiare le cose. Prima lo capisci, prima lo accetti, prima verrai a patti con tutto questo e vi troverai del buono (perché sì, ne parleremo presto, c’è del buono!). Sai cosa invece si può curare? L’omofobia. Se l’idea di avere un figlio gay ti mette così tanto a disagio, inizia a pensare che il tuo disagio può essere combattuto (come? informandoti. Hai semplicemente paura di quello che non conosci, è naturale. La guida serve a questo ed è solo un primo passo) mentre l’omosessualità di tuo figlio no.
Del resto, dal momento che l’omosessualità non è una malattia, via quelle facce lunghe. Se stai pensando al futuro radioso che immaginavi per tuo figlio e che ora è in frantumi, smetti subito! Tuo figlio può essere felice esattamente come chiunque altro. Anzi, dal momento che ha riconosciuto e accettato questa parte di sé, sarà sicuramente molto più felice e realizzato di tanti che non riescono a fare i conti con la propria natura, e soprattutto sia tu che lui (lei) dovete essere fieri della fiducia reciproca che vi ha portato ad arrivare a parlare di questo tema importante e del coraggio che state dimostrando nell’affrontarlo insieme!
Un omosessuale può avere una famiglia, può sposarsi e avere dei figli (a prescindere da quel che dicono le leggi italiane, le famiglie omogenitoriali sono già una realtà anche nel nostro paese), può avere successo nel lavoro, può avere amici che lo supportano e lo sostengono. Un omosessuale può vivere esattamente come un eterosessuale. Certo, esistono il bullismo, le discriminazioni, ma queste sono cose che si possono e si devono combattere e non è detto che tuo figlio le incontri nella propria vita, del resto avrebbe potuto incontrarle anche se non fosse stato omosessuale, per qualche altro motivo. Essere gay non lo rende diverso o emarginato.

4. ESSERE GAY È BELLO!
D’accordo, questa è proprio la più dura da mandar giù, eh?
Quel che tento di dirti è che non devi prendere questa cosa come una disgrazia o un brutto incidente. Non lo è!
La prima buona notizia è che tuo figlio è vivo e in buona salute, perciò via quelle facce da funerale. Scusa la brutalità, ma se tuo figlio avesse un incidente o una brutta malattia come ti sentiresti? Lo rivorresti indietro tutto intero, non è vero? A quel punto non te ne importerebbe proprio niente del fatto che sia gay, perché è tuo figlio e tu lo ami e vuoi che stia bene! E guardacaso sta bene…perciò goditi la tua fortuna!
La seconda buona notizia è che essere gay non è una brutta cosa. Si tratta di un modo d’amare, un modo come un altro. Come ho accennato nella sezione precedente, un omosessuale ha le stesse possibilità di avere una vita sentimentale felice, una famiglia felice, di amare e di essere amato. Io che sto scrivendo questa guida sono una ragazza qualsiasi, studio all’università, ho un buon rapporto con la mia famiglia e sono lesbica. I miei genitori e i miei amici (che sono etero) conoscono la mia ragazza e le vogliono bene. Se stanotte arrivasse il genio della lampada e mi chiedesse se voglio magicamente diventare etero, io gli risponderei di no, grazie tante, perché sono felice. Potrei farti mille altri esempi di persone come me, maschi o femmine che siano, e la cosa più buffa è che sicuramente anche tu conosci molti di questi ragazzi e ragazze…solo che non lo sai. Perché non ce l’abbiamo stampato in fronte e così nessuno se ne accorge, e le persone non se ne accorgono in quanto non c’è nessuna differenza, proprio nessuna, tra noi e i ragazzi e le ragazze eterosessuali.
Non ci credi? Semplicemente perché si tratta una realtà con cui hai scarsa familiarità. Non siamo più negli anni ’70, gli omosessuali non sono più persone con vite problematiche, tipicamente tossicodipendenti dalle relazioni promiscue e esposte ad alti rischi di prendersi qualche brutta malattia. Gli omosessuali e gli eterosessuali statisticamente hanno gli stessi stili di vita, le stesse abitudini, insomma: il fatto che tuo figlio sia gay non deve davvero darti alcuna preoccupazione in più, tranne quella di vivere in una società ancora per certi versi omofoba e prevenuta. Ma ci stiamo lavorando, giorno dopo giorno e EHI!, ora che sei coinvolto, anche tu puoi fare la tua parte per migliorare le cose. Come? Tanto per cominciare, informandoti correttamente e dando a tuo figlio tutto il supporto necessario. Fagli domande e ascolta le sue risposte, non essere timido. Questo è proprio il momento di liberarti di ogni dubbio o perplessità: lui (lei) ti ha parlato di sé, ti ha dato la sua fiducia, la sua disponibilità a dialogare. Accettala: chiedi quello che ti passa per la testa. Meglio sapere che dubitare. Vedrai che avrai belle sorprese.

5. COSA DIRÀ LA GENTE?
Lo so, è un pensiero preoccupante. Il giudizio degli altri pesa sempre sulle vite di tutti noi come una scure.
Per prima cosa, ricorda che “la gente” ha la memoria corta. Se si verrà a sapere che tuo figlio è gay, qualcuno parlerà, sì. Per qualche giorno. Poi magari uscirà fuori che la figlia di qualcun altro è incinta, o che il fratello di chissà chi ha tradito la moglie, ed ecco che le voci avranno un altro argomento su cui accanirsi. I pettegolezzi son sempre esistiti, colpiscono tutti e chi ha voglia di parlare troverà sempre un motivo per farlo, a costo di inventarselo. Davvero è così importante?
In secondo luogo, per fortuna al giorno d’oggi i giudizi della gente potrebbero sorprenderti in senso positivo. Moltissime persone non battono ciglio all’idea di avere un parente, un amico o un vicino di casa omosessuale. Perché? Ma perché da decenni il movimento lgbt+ (la sigla significa lesbiche, gay, bisessuali e transessuali e il più indica tutte le altre minoranze di orientamento sessuale e identità di genere che si riconoscono in questo acronimo) sta lottando per una visibilità positiva, per far sì che ciascuno sia libero di vivere la propria vita con dignità e a testa alta, alla luce del sole e, anche se forse fino a questo momento non ci hai fatto caso, gli effetti si vedono. C’è ancora tanto da fare, però stiamo lavorando nella giusta direzione.

Vulcanica

(Continua)

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Here’s the second part of the third section of the guide. You can find the first part here.
Cartoons by Cloud

3. BEING GAY IS NOT A DESEASE

Who says that? Not me, but the World Health Organization and the Order of Psychologist. Whatever your opinions, being gay or bisexual is not a deasease. There’s nothing wrong with that. So don’t start thinking about torturing and humiliating your kid to “convert” him to be straight again (again? he’s never been, you just didn’t know!). No doctor in the world can promise you to cure your kid from homosexuality and if he does, he’s lying and you should report it to the authorities. No prayer or therapy or distraction can change this thing. The earlier you get, the earlier you will accept all this and you’ll find the silver layer (yeah, there is a good side in all this stuff). You know what can be cured instead? Homophobia. If thinking about having a gay son makes you feel so uncomfortable, start thinking that your difficulties can be fought (how? getting informed. You’re just afraid of what you don’t know, it’s quite normal. The guide serves this purpose and it’s just the first step!) while you kid’s homosexuality cannot be fought.
Anyway, since homosexuality is not a deasease, don’t be that sad! If you’re thinking about the bright future you wanted for yout kid, stop with it! Your kid can be happy as well as anyone else. I’d say, since he is aware of this side of himself, sure he’ll be much more happy and glad than many others who cannot deal with their nature. So you have to be proud of the trust which led your kid to speak to you about this and be proud of his courage in facing it together with his family!
Gay people can have family, can get married and have children (whatever laws say, homosexual parenting is already a reality!), can have a successful carrer, can have friends to support him. A gay person can be as happy as a straight guy. Of course there is bullyism, discrimination, but those things can and must be fought against and how do you know your kid will be discriminated in his life? How do you know it wouldn’t happen if he was straight, for some other reason? Being gay doesn’t mean being different or outcast.

4. GAY IS GREAT!

Yeah, that’s the hardest part isn’t it? I’m trying to tell you that you don’t have to think about your kid being gay like it was an accident or a misfortune. It’s not!
First good news is, your kid is alive and getting along good, so no sad faces here. Sorry for saying this, but if your kid actually had a bad accident or a bad desease how would you feel? You would want him to be back exactly as he is, wouldn’t you? You wouldn’t care about him being gay if you were about to lose him, because you love him and want him to be happy. And he is…so please enjoy your good luck!
Second good news is, being gay is not bad. It’s just a different way of being in love. A gay person has the same possibilities to leave a happy sentimental life, to have a great family, to love and be loved. I’m writing this guide and I’m an ordinary girl, I’m attending my senior university year, I have a good relationship with my family and I’m a lesbian. My parents and friends (straight friends!) are totally supporting, they have met my girlfriend and they truly love her. If tonight I had a visit from a wizard and he asked me if I want to become magically straight, I’d say no thanks, because I’m totally happy. I could tell you about hundreds of other people just like me, boys or girls, and the funniest part is surely you know many of these guys too…you just don’t know it. We don’t have “gay” written on our face so no one actually knows, and people can’t see it because there’s no real difference, no difference at all between us and straight boys and girls.
You can’t believe it? It’s just because you’re not familiar with this reality. We’re no longer in the 70s’, gay people are no longer people with difficult lives, tipically drug addicted with polygamous relationships and high probability of getting some bad desease. Statistics say gay and straight people have the same lifestyles and habits, so trust me: your kid being gay is no reason to worry. The onyl bad side is, our society is still homophobic and full with prejudices. But we’re working on it and, HEY!, now that you’re in, you can play your role in this fight too! How? Well, start getting well informed and supporting your kid. Ask him questions and listen to his answers, don’t be shy. This is the right time to get rid of all your doubts: he (or she) talked with you, he trusted you, he wants a dialogue. Pick the chance: ask him (her) whatever you need or want to know. It’s better to know than to speculate. You’ll have good surprises!

5. WHAT WILL PEOPLE SAY?

I know you’re worried about it. Other people’s opinion always weights on our lives.
First of all, remember that “people” have short memories. If your kid will publicly come out as gay, someone will speak about it, yeah. For a couple of days. Then there will be some other news, like someone being pregnant or cheating on their husband and here you are, voices will talk about someone else. Gossip has always been and always will be, gossip hits on everyone and who wants to talk will always find a reason to do it, even if he should fabricate it. Is it really that important?
Second point, luckily today people could surprise you in a positive fashion. Many people have nothing to say on having a gay friend, neighbour or relative. Why? Because it’s been years and years since the lgbt movements have starting fighting for a positive visibility, in order for everyone to be free to live their lives in dignity. Maybe you didn’t notice up to now, but things are actually changing. There’s still a lot to do, but we’re working for a better world.

(To be continued)

8 pensieri su “Out of the Closet – Section 3.2 Genitori, non preoccupatevi!

  1. Pingback: Out of the Closet – Section 3.1 Dedicato ai genitori! | nessun armadio

    • Già, è stato anche il primo pensiero di mia madre, nonostante lei non sia la classica tipa da “fai quel che vuoi ma fa’ che non si sappia”. Non so a quale gente si riferisse. Io ho sbandierato di essere lesbica praticamente a tutti, e non per farle un dispetto ma perché non riesco a pensare un modo diverso di vivere. Sono così, in generale, forse soltanto incosciente perché non ho mai ricevuto reazioni davvero negative che mi spaventassero. Credo che un po’ dipenda dalla differenza di età, dalla loro generazione (in fondo vengono dai meravigliosi anni cinquanta dell’apparenza perfetta e il marcio nascosto, mentre noi siamo quelli che condividono la propria vita sui social). Però è davvero un peccato rischiare di perdersi una parte importante della vita di tua figlia perché ti stai a preoccupare di gente che conosci a malapena…

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      • Questo è vero, ma mi rendo anche conto che non posso pretendere che capisca. Dopotutto sbandierare la propria omosessualità è una tendenza piuttosto recente, fino a pochi anni fa era ancora uno scandalo.
        Sulla prima parte del commento invece non sono molto concorde. Io non amo sbandierare la mia identità sessuale, così come non amo definirmi “lesbica”. E’ una parola che mi irrita terribilmente. Non perchè non sia ancora avvenuto un processo di accettazione, ma definirsi lo vedo un po’ come un atteggiamento ghettizzante. Gli etero non hanno bisogno di dire “ciao, io sono etero”, vivono e basta. Io faccio la medesima cosa. Se capita l’occasione, rendo partecipi gli altri circa la mia preferenza sulle donne, altrimenti va bene così.

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      • Sì, è vero che la tendenza è recente e per questo è più difficile probabilmente l’incontro tra noi e i nostri genitori di quanto potrà esserlo in futuro tra noi e i nostri figli (parlo in senso generazionale), almeno così spero. Quanto alla prima parte, non dico che sia “giusto” o che sia l’unico atteggiamento possibile e condivisibile quello di vivere la propria identità in maniera molto pubblica, dico solo che il mio carattere mi spinge a farlo, ma questo non riguarda solo la mia attrazione per le donne ma in generale tutti gli aspetti della mia personalità. Per dire, sono una persona totalmente incapace di tenere un segreto, tendo a parlare di me senza problemi e non mi preoccupo molto di quello che dico in giro. Si tratta soltanto del mio personale modo di essere ed è quindi naturale che si rifletta anche sull’ambito della sessualità. Per il resto, ognuno la vive come vuole e ognuno dovrebbe poterla vivere soltanto nel modo che gli/le è più congeniale, senza pressioni da parte di nessuno. 🙂

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  2. Esatto. Io preferisco non dirlo esplicitamente perchè sono una persona più riservata. Purtroppo ancora per qualcuno scoprire che la sorella, la figlia, la nipote, la cugina, l’amica è omosessuale, è motivo di scandalo. Immagino interi dibattiti che ruotano intorno a ca**i esclusivamente miei, e l’idea non mi fa fare i salti di gioia. Ti dico solo che, quando mi sono laureata, non so come, la notizia è arrivata ai parenti più remoti di mia madre e hanno spettegolato su di me per il mancato invito (sebbene non avessimo rapporti da almeno 15 anni). Immagina cosa accadrebbe se arrivasse alle loro orecchie la vocina che mi accompagno alle fanciulle. O se sapessero che ho già convissuto con una ragazza e condividevamo ogni notte il letto esattamente come tutte le coppie. Credo che mi fischierebbero le orecchie fino al 2019.

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    • Ognuno ha le proprie situazioni…A certe persone dichiararsi può costare la serenità, il posto di lavoro, i rapporti con la famiglia, per altri le circostanze sono meno estreme ma si avverte comunque un disagio, mentre per altri ancora è il non dichiararsi che crea più problemi. Io penso solo che chi decide di non condividere la propria sessualità deve poterlo fare tranquillamente e chi invece ha il bisogno o il desiderio di farlo deve sfruttare quest’occasione per offrire una testimonianza positiva! 😉

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  3. Pingback: Out of the Closet – Section 3.3 A chi posso rivolgermi? | nessun armadio

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