A qualcuno piace gender

Devo dire che mi avevano avvertito. Me lo avevano detto tutti: lascia perdere, ma che ci provi a fare, tanto varrebbe andare a insegnare alle trote a spalmare la marmellata sul pane.

Ma io cocciuta. Pensavo: è molto bella questa cosa del blog, della pagina, di tutte le iniziative che facciamo. In pochi mesi ho riflettuto e imparato tanto e ho incontrato moltissime belle persone con cui dialogare. Però, però.

Però queste persone, in linea di massima, la pensano come me. E la pensavano come me già prima di mettere mi piace alla pagina facebook o di incontrare il blog.
Per quanto possa essere interessante e coinvolgente discutere con chi la pensa come te, la cosa veramente forte, veramente intensa e costruttiva è discutere con chi la pensa diversamente da te. Sono loro quelli che dobbiamo incontrare. Sono loro quelli che hanno più bisogno del dialogo. Io non scrivo per sentirmi dire “brava!”, scrivo per sentirmi criticare, pungolare, per mettere alla prova le mie convinzioni, insomma per fare informazione (nel mio piccolo, con i miei limiti) e l’informazione, per definizione, è utile a chi è disinformato, altrimenti a che serve?

E allora ci ho provato. Per chi ancora non lo sapesse, sabato prossimo a Roma ci sarà una manifestazione per “proteggere i bambini dall’ideologia gender” e roba simile.
Ho provato a parlare (via Internet) con alcune delle persone che hanno intenzione di prendere parte a questa manifestazione. Per conoscere il loro punto di vista, capire come ragionano, cercare un compromesso su cui costruire uno scambio di idee pacifico e che magari potesse arricchire entrambi.

Ci ho rimesso il fegato, seriamente. Non lo consiglio a nessuno che non abbia nervi d’acciaio e uno stomaco rivestito di pareti imbottite.
Per riassumere, le cose sono andate più o meno così (e vi assicuro che purtroppo sto quasi citando alla lettera):
1. Leggo un post farcito di luoghi comuni: “L’Europa vuole introdurre nelle scuole lezioni di gender obbigliatorie in cui i bambini saranno costretti a spogliarsi, guardare film porno, MASTURBARSI in classe, in Germania lo hanno già fatto e i bambini sono svenuti e ora sono traumatizzati. Scendiamo in piazza per fermare questo scempio e protestare contro il ddl Cirinnà!”
2. Rispondo: “Ciao gente, sentite, vorrei farvi notare che il gender non esiste (cito fonti), semmai esistono progetti di educazione sessuale (cito fonti). Inoltre, in Germania è successo qualcosa di completamente diverso (cito fonti). Infine, il ddl Cirinnà non c’entra niente con le lezioni a scuola (cito fonti).”
3. Mi rispondono: “Tu saresti contenta se i tuoi bambini fossero costretti a MASTURBARSI a scuola?!?!?!?!?!? Rispetto per tutti…io non dico che agli omosessuali non vadano concessi i diritti ma che non la chiamino FAMIGLIA…e non impongano le loro ideologie ai bambini…è successo pure a una scuola media nel mio quartiere.”
4. Inizio a sentire i sudori freddi sulla fronte, una parte di me mi chiede di desistere, ma no, non posso mica mollare e dargliela vinta! Forse in fondo anche loro sono in buona fede. Magari non mi sono spiegata bene io. Allora cerco fonti più attendibili e complete, mi metto in discussione, provo in tutti i modi a capire il loro punto di vista e a cercare di sbrogliare la matassa delle loro convinzioni intricate, facendomi spazio tra un pregiudizio e l’altro e tra una frase fatta e l’altra. Infine riesco, dopo aver perso tipo due ore della mia vita, a confezionare una risposta che mi pare replichi esattamente a ciascun punto della loro argomentazione. Ah, parlo di “loro” al plurale perché ho parlato con diverse persone e gli argomenti e i toni sono esattamente identici.
5. Mi rispondono, ignorando completamente tutto quello che ho scritto: “I genitori devono decidere dell’educazione dei bambini, questo è uno scempio, la lobby gay ha in mano l’informazione, io so quello che dico perché è successo alla figlia di un amico di una conoscente di mio cugino e quindi è una fonte CERTA e mi batterò fino alla fine per evitare che questo succeda ai nostri BAMBINI…va bene il rispetto per tutti, io non discrimino gli omosessuali e i disabili (cit., questo è un paragone che ricorre spesso, non che sia offensivo ma mi chiedo perché si accumunano proprio queste due categorie) ma non si può far passare per normale quel che normale non è…MASTURBARSI a scuola???!?!?!?!!?!?!?!?”
6. Seguono altri due o tre palleggi simili: io che do fondo a tutta la mia eloquenza, loro che “MASTURBARSI a scuola?!?!?!?!???!?!?”, io che linko testi del decreto legge, opuscoli informativi dell’UE, pareri di psicologi affermati, testimonianze di prima seconda e terza mano, e loro che mi linkano tempi.it e Avvenire.
7. A questo punto io ho perso un paio di chili di sudore, ho il fegato che è andato a farsi un giro e inizio a dormire male la notte. La sconfitta è cocente, ma sono costretta a dichiarare la resa e andarmene, perché non posso rimetterci la salute mentale.

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Questo è quanto, gente. E mi dispiace veramente, veramente tanto, perché credo che Internet sia un bellissimo strumento per confrontarsi e dialogare e perché vorrei davvero che non ci fossero questi due schieramenti, questi “noi” e “loro” a combattersi a suon di sarcasmo, insulti, manifestazioni, frasi fatte, ma che si potesse gettare un ponte verso l’altra parte e dire: magari non saremo mai migliori amici, magari non la penseremo mai allo stesso modo ma perlomeno c’è spazio per la stima reciproca e per un atteggiamento conciliante, in modo da venirci incontro.
Ci ho provato ma senza riuscirci. Qualcuno mi ha detto: “Devi capirli, neanche tu ti lasci convincere dai loro argomenti quindi perché loro dovrebbero lasciarsi convincere dai tuoi?”
1. Perché i miei argomenti sono basati su qualcosa. Su pareri scientifici, su testimonianze attendibili, su deduzioni logiche. Non è che io ho ragione e loro torto, ma ecco, io la mia idea me la son formata DOPO essermi informata e IN BASE alle informazioni, loro invece PRIMA si fanno un’idea e poi cercano informazioni che supportino la loro idea.
2. Non dico che sarei disposta a cambiare parere, ma a mettermi in discussione sì. E lo so perché è quello che ho fatto. Nessuno dei loro argomenti è stato abbastanza valido da spingermi a dubitare di quel che penso, perché tutti sono talmente campati per aria che mi è bastata una ricerca su Google di due minuti per smontarli. Ma nonostante questo io la ricerca l’ho fatta. Ho cercato di distinguere quel che c’era di buono in ciò che dicevano. Loro non hanno fatto lo stesso sforzo nei miei confronti. A me sarebbe stato sufficiente spingerli a riflettere, non è che pensassi di convincerli tutti a venire al gay pride, ma che almeno mettessero in dubbio gli slogan di quella manifestazione di pazzi estremisti.

A questo punto, dopo essermici spaccata i denti di persona (è il metodo sperimentale, no?) do ragione a chi fin dall’inizio mi ha consigliato di evitare scontri inutili. Preferisco dedicare il mio impegno a persone in grado di recepire e che abbiano veramente voglia di farlo. Spero che il mio lavoro sia utile a qualcuno, che aiuti le persone ad accettare e amare se stesse, a sentirsi meglio con la propria identità e sessualità qualsiasi essa sia, ad avere coraggio e sentirsi meno soli nei periodi duri. Se riuscissi a far questo, anche per una sola persona, allora sentirei che non sto sprecando il mio tempo.
Mentre l’impressione che ho avuto parlando con loro è proprio di averlo buttato via.

Avete avuto anche voi esperienze simili? Come ve la siete cavata? Se vi capitano soggetti del genere, girate al largo o nonostante tutti brandite la vostra spada arcobaleno e cercate di duellare?

Vulcanica

I have to say I had been warned. Everyone had told me: let it go, who do you even try, it’s as useless as teach a fish how to spread jam on the bread.

But I’m stubborn. I was thinking: all this blog thing is really cool, the facebook page, all these ideas and events. In these months I’ve been thinking so much and growing so much and meeting wonderful people to deal with. But…

But those people actually agree with me. They would agree with me already before they knew the blog and the facebook page. As interesting it is to talk with people you agree with, what is really cool is talking with people you don’t agree with. They are the ones we need to meet. They need dialogue the most. I don’t write to hear “you’re great!”, I write to be criticized, stimulated, to have my ideas put on doubt, to spread some information and by definition information is needed by those who are not informed.

So I tried. For those who ignore it, there will be a march next Saturday in Roma “to protect kids from gender theories” and stuff like that. I tried to talk with people who will take part to this march, to know their point of view, to understand how they think and to search for a compromise on which a peaceful exchange of ideas could be built to make us both richer.

I really risked a heart strike. Really. I don’t recommend it to anyone, “don’t do this at home, guys!”
Here is the summary of what happened:
1. I read a post full of commonplaces: “Europe wants to introduce mandatory gender ideology classes at school. Kids will be forced to undress, watch porno videos, MASTURBATE in class, in Germany this already happened and kids have fainted and now they’re shocked. Let’s march to stop this and protest against Cirinnà law (the law Italy’s parliament is discussing right now about the approval of civil unions, of course it has nothing to do with sexual education at school!)”
2. I answer: “Hi guys, listen, I’d like to point out that there’s no gender ideology at all, there are indeed sexual education project, anyway in Germany things were a little bit different and finally Cirinnà law has nothing to do with school education…” and so on.
3. They answer: “Would you be happy if your kids were forced to MASTURBATE in class?!?!?!?!?!?!? Respect to everyone…I’m not saying gay people shouldn’t have their rights but don’t they call it FAMILY….and don’t they force their ideologies on kids…it also happened in a middle school at my place.”
4. I start feeling bad, a part of me asks me to leave it, but no, I can’t leave it right now! Maybe they’re honest people too and they’re just ignorant. Maybe I wasn’t clear. So I look for more serious references, I discuss my ideas with myself, I really try to understand their point of view and move amongst their prejudices and falsities. In the end, after two hours of work, I manage to write an answer which seems to me particularly calm, clear and thorough.
5. “They” (I’m talking about “them” since they all answer the same way with same words and same attitude) answer, completely ignoring everything I wrote: “Parents are the ones supposed to decide about their kids’ sexual education, this is a mess, the gay lobby keeps information in its hands, I know what I’m saying because it happened to the child of a friend of someone my cousin knows so my references are CERTAIN and I’ll fight to the end to avoid this happening to our KIDS…respect for everyone, I don’t discriminate gay people but you can’t call “normal” what is not normal at all…MASTURBATE at school!?!?!?!?!?!?”
6. Then there are other two or three phases like that: I really commit myself, they keep repeating “MASTURBATE at school!?!?!?!?!?!?””, I link them references for the law text, critical websites, direct experiences and the opinions of important psychologists and they link me Catholic websites.
7. At that point I just lost a couple of kg in sweat and I start sleeping bad at night. The defeat hurts but I’m forced to surrender and leave, because I can’t risk my sanity.

That’s all, folks. I’m so, so sorry, because I think Internet is a very good instrument to dialogue and I’d really be happy if there were not these two shields, “us” and “them” fighting with sarcasm, insults, marches, commonplaces, I’d be happy if there was a bridge between us to say: maybe we’ll never be best friends, maybe we’ll never agree but at least we can respect each other and have a peaceful attitude.
I tried but with no result. Someone told me: “You have to understand them. Would you let them change your mind? So why should they let you change yours?”
1. Because my opinions are based on something. On science, on reliable depositions, on logical deductions. It’s not about being right or wrong, but still, I formed my idea AFTER I collected information and ACCORDING to the information, while they have an idea A PRIORI and then only read information which support their idea.
2. I’m not saying I’d let them cange my mind, but I’d let them put me on doubt. And I know it since that’s what I did. No one of their arguments was strong enough to make me doubt about what I think, since they’re all so nonsense they can easily be destroyed by a simple Google search. But still I DID that Google search. I tried to split good from bad in what they say. They didn’t do the same for me. I’d be happy to make them think, I wasn’t trying to convince them all to come to the gay pride with me, but just to reflect on the slogan they repeat and the nonsense march they want to take part to.

Now I know those who suggested to avoid useless fights in the first place were right. I prefer to commit myself to people who can and want to understand. I hope my work is useful to someone, hope it can help people accept and love themselves, feel better with their identity and orientation whatever it is, be brave and feel they’re not alone in the darkest nights. If I could do this, even for only a person, I’d know I’m not wasting my time.
That’s what I felt while I was talking to them, like I was wasting my time away.

Did you have similar experiences? How did you deal with it? If you meet that kind of people, do you fly away or after all do you stand and fight?

Vulcanica

4 pensieri su “A qualcuno piace gender

  1. La buon’anima del Cardinal Martini diceva che la distinzione fondamentale non è tra credenti e non credenti ma tra pensanti e non pensanti. Cose come quelle che hai descritto sono capitate anche a me e le mie conclusioni sono state esattamente le stesse: bisogna darsi da fare per chi può e vuole capire, con gli altri non c’è di fatto nessun dialogo, è scoraggiante ma è così, forse quelle persone prima o poi si sveglieranno ma purtroppo per un buon numero di persone il sonno dura tutta la vita.

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    • Sono d’accordo. Io cerco di evitare di riferirmi con toni amari a tutti i credenti, anche se a volte non esplicito questa distinzione ma spero che i credenti intelligenti la facciano da sé. Tutte queste storie sulla masturbazione infantile mi fanno capire quanto questa gente sia, in primis, terrorizzata dal sesso, e in secundis ignorante del proprio corpo (che i bambini piccoli si tocchino ed esplorino il proprio corpo è una cosa abbastanza ovvia e risaputa, almeno finché qualche genitore interviene a fermarli perché prova imbarazzo). Credono che i bambini siano dei bambolotti asessuati fino ai diciotto anni o peggio fino al matrimonio? Mi fa molta rabbia. Soprattutto il fatto che tutto questo sia sempre legato all’omosessualità, come a dire, se hai un rapporto sereno col tuo corpo e col sesso “diventi” gay.

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    • Eh lo so. Sia chiaro, non è che l’ignoranza sia esclusiva di un unico gruppo religioso o politico o quel che vuoi, ci sono ignoranti pure tra gli lgbt+ e tutto il resto ma…io rimango dell’idea che per aderire a certe cose l’ignoranza sia un presupposto di base. Offence intended. 😉

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