Bisessualità e il sogno di un mondo senza distinzioni di genere

Questa settimana ho intervistato una ragazza di 24 anni che ci parla della bisessualità e della scelta di non uscire dall’armadio.
La ringrazio moltissimo per la collaborazione e…buona lettura!

Qual è il tuo orientamento sessuale?
Sono fermamente bisessuale. Ho amato una donna come si ama l’infinito. Ci amavamo di nascosto, non sono mai riuscita a fare quel passo in più. Amo il bello, gli occhi di una persona. Mi è sempre sembrato limitativo dare importanza ai suoi genitali.

Come hai scoperto di essere bisessuale? Lo hai sempre sospettato o è stata una sorpresa?
L’ho sempre saputo, come ti ho detto. La definizione di genere mi è sempre parsa limitata. Ho sempre trovato stupidi i giochi per maschi e femmine: i giochi sono giochi.

Quindi, mi par di capire, non hai mai considerato la tua bisessualità “un problema”. Però non ne hai mai parlato con nessuno?
Ne ho parlato con le mie amiche. Coi miei amici. Ho sempre dichiaratamente espresso il mio favore nei confronti della libertà. Tra sessi. Tra unioni. Tra espressioni. E di contro ho sempre espresso il mio disgusto per chi discrimina. Mario Mieli è uno dei miei miti. Ma non ho mai camminato mano per mano con la mia donna. Anche se in alcune discussioni ho detto “Sono bisessuale” a casa. Mia madre pensa che sia più concettuale.

Quale pensi che sarebbe la reazione della tua famiglia nel venire a sapere che stai con una ragazza?
Paura. Paura che io non possa vivere una vita facile ed agiata come loro hanno predisposto.

Credi che parlando con loro riusciresti a rassicurarli? In generale, cos’è che ti preoccupa di più nell’idea di “uscire allo scoperto”?
Io ambisco ad un mondo in cui la differenza di genere e l’orientamento sessuale non siano più indicativi di niente. So che in questo momento storico è importantissimo avere il coraggio di gridare. Ma mi auguro che un giorno non sarà più così. Quindi non so, forse mi nascondo dietro questo. Penso. Se per me dirlo non è importante è solo perché è normale. Definirsi vuol dire già diversificare. Ma oggi è una lotta, e ammiro gente come te che si espone. Mi dispiace non riuscirci. Io vorrei che un giorno non si dicesse manco più sono uomo, sono donna. Ancor di meno mi piace la marmellata o la nutella.

Cosa ne pensi dell’educazione sessuale nelle scuole? Credi che aiuterebbe a prendere coscienza di sé e formare una società più tollerante e aperta o al contrario ritieni che si tratti di un percorso che ognuno deve esplorare privatamente?
Educazione civica e educazione sessuale dovrebbero essere obbligatorie. Avrei fatto meno errori. Sarei più consapevole se qualcuno da dietro una cattedra mi avesse spiegato quel giusto che serve per non farmi venire la gardnerella (infezione vaginale, ndr).

Pensi che la fede religiosa, non necessariamente cattolica, sia incompatibile con la tua visione della sessualità o che invece è possibile vivere serenamente entrambe?
Forse non me la sento di risponderti. E’ una cosa delicata. Ed io veramente non lo so. Io non credo in molte cose. Sono un po’ arrabbiata con le imposizioni che la chiesa ci inculca. E quindi forse, sarebbe sbagliato rispondere. Io credo nel bene, nel giusto. Credo nel Karma. Credo in me. In te. Nell’amore. L’incompatibilità, come hai detto, tu sta nel semplice fatto che io non la sento quella connessione superiore di cui alcuni parlano. Li invidio. Perché vorrei poter chiudere gli occhi e sperare. Ma non ci riesco.

Credi che la situazione qui in italia sia peggiore che altrove per quanto riguarda la serenità nel vivere la propria non eterosessualità? Ti verrebbe mai in mente di trasferirti all’estero, magari in futuro, per questo motivo?
Si. Ci ho pensato. all’estero la situazione è vissuta diversamente. Noi subiamo l’influenza della chiesa e mi dispiace vivere in un posto dove so che altre persone non vivono serenamente la loro vita. Ma fuggire per cosa? Rimango qui e sostengo gente come te.

Pensi che la situazione stia cambiando? Ci sono molti progetti, anche attraverso Internet, e si è finalmente aperto un dibattito sulla questione dei diritti civili, anche se a quanto pare siamo ancora alla fase delle parole e non dei fatti. D’altra parte, però, ancora moltissime persone non possono vivere allo scoperto a causa delle pressioni di familiari e ambiente circostante, per non parlare dei luoghi di lavoro. Secondo te qual è la tendenza? Come immagini la situazione di qui a dieci anni?
Secondo me esistono due metà della stessa mela. So che nei miei giri l’omosessualità non fa notizia. C’è la piena omogeneità dei diversi orientamenti sessuali. Il dialogo è aperto, cosciente. Ma so di gruppi in cui la situazione è dal latto opposto del filo. In cui non c’è discussione. Il diverso è sbagliato, da evitare o ancor peggio da emarginare.
Dieci anni sono pochi. Di qui a dieci, la macchia d’olio della gente che vivrà l’orientamento sessuale in modo umano si espanderà. Credo che cinquant’anni sia l’età evolutiva che ci serve. I miei nipoti forse non giocheranno con le barbie o con hulk ma faranno giochi non sessisti.

Si registrano di frequente casi di bullismo, violenza (verbale, psicologica e fisica) e discriminazione nei confronti delle persone lgbt. Secondo te perché? Cos’è che spinge a insultare, picchiare e maltrattare? E che cosa credi che sia necessario fare perché le cose cambino?
A questa domanda non me la sento di rispondere direttamente, ma vorrei raccontare la mia esperienza. La relazione con la ragazza che amavo si è rovinata perché lei aveva paura di dare un dispiacere alla madre, non se la sentiva. Neanche io ero pronta. Avevo meno di diciottanni. Lei è bella. Difficile. Un vortice. Io non sono una che lascia e lei lo sa. E doveva fare qualcosa di forte per mandarmi via, così mi ha tradita. Appena si accorta che tutto sgretolava si è sentita persa.

Il fatto di aver rovinato la vostra relazione per paura della reazione dei suoi, a prescindere dal tradimento successivo, di per sé ti abbia fatto arrabbiare o no? Voglio dire, comprendi la sua paura e la sua confusione oppure la condanni per questo? La mia intenzione non è di fare un processo a lei come persona, ma solo al contesto in cui ci si trova a vivere.
No. La comprendo. Tua è la vita. Tua le scelte. Capisco la paura che aveva. Non capisco perché il tradimento ma tutto il resto l’ho capito. Ma molto dopo. C’è voluto tempo. Avrei voluto fosse lei a dirmelo. Ma quello è personale. Non riguarda la situazione ma lei.

Ti capita di avere difficoltà nelle relazioni sentimentali o nelle amicizie a causa della tua bisessualità?
No mai. Nessuna difficoltà. Ma non sono apertamente dichiarata, come ti ho detto, quindi vivo una situazione privilegiata. Vivo a Torino, una città grande, ed io vengo da un paese della Sardegna. Faccio le mie esperienze. E vado avanti. Con una leggera stupidità. Non mi impongo e so che questo può sembrar brutto a chi invece vive a viso scoperto. Ma non ho mai sentito la reale sincerità. Forse un giorno. Ma dentro di me ho fatto pace con tutto e sono consapevole.

This week I have interviewed a 24-year-old girl who talks about bisexuality and about the choice not to come out.
I thank her so much for her cooperation and…let’s read it!

What’s your sexual orientation?
I’m firmly bisexual. I loved a woman as one loves the infinite. Our love was hidden, I never could make that one more step. I love the beauty, the eyes of a person. I always found it reductive to give importance to their genitals.

How did you find out about your bisexuality? Have you ever suspected it or was it a surprise?

I always knew, as I told you. The gender definition always seemed limited to me. I always thought that boy toys and girl toys were stupid: toys are just toys.

So you never thought of your bisexuality as a “problem”. But you never talked about it to no one, did you?
I talked with my friends. I always clearly expressed my support towards freedom. Between sexes. Between unions. Between expressions. And indeed I always expressed my disgust towards the haters. I’m a huge fan of Mario Mieli. But I never walked hand in hand with my woman, even if sometimes I said “I’m bisexual” at home. My mum thinks it’s something more abstract.

What reaction would you expect from your family in knowing you have a girlfriend?
Fear. Fear that I could not live an easy and comfortable life as they planned.

Do you think you could talk to reassure them? What worries you the most about the idea of coming out?
I aspire to a world in which gender identity and sexual orientation are no longer suggestive of anything. I know in this historical moment it’s important to have the courage to speak out loud. But I hoe it will be different someday. So I don’t know, maybe I’m hiding behind this, I guess. If to me it is not important to come out it’s just because it’s normal. Define oneself already is a discrimination. But today it’s a struggle and I admire people like you, exposing themselves. I’m sorry I can’t do it. I hope one day one won’t even say I’m a man, I’m a woman. Even less I like marmelade or Nutella.

What do you think about sexual education in schools? Do you think it could encourage people to be more aware and create a more tolerant and open minded society or on the contrary do you think it’s a journey to be explored on one’s own?
Civic and sexual education should be mandatory in schools. I’d make fewer mistakes. I’d be more aware if someone from behind a desk explained to me what is necessary not to get gardnerella.

Do you think religious faith, not only the catholic one, is incompatible with your vision of sexuality or it is possible to live them both peacefully?
Maybe I don’t feel like answering. It’s a delicate thing. And I really don’t know. I don’t believe in many things. I’m a little angry against the enforcements of the Church and thus maybe I’d be wrong to answer. I believe in good, in rightness. I believe in Karma. I believe in me. In you. In love. Incompatibility, as you said, is in the fact that I don’t feel that superior connection someone talks about. I envy them, because I’d like to close my eyes and just hope, but I can’t.

Do you think the situation here in Italy is worse than somewhere else with respect to living one’s non-heterosexuality? Would you ever think of moving abroad, even in future, for this reason?
Yes. I thought about it. In other country the situation is different. We live the influence of the Church and I’m sorry I live in a place where I know other people can’t live their lives peacefully. But to what extent would I escape? I’ll stay here and support people like you.

Do you think things are changing? There are many projects, even on the Internet, and at last we have a political debate on civil rights, even if up to now it seems it’s still about words rather than actions. On the other hand, however, still many people can’t live openly their sexuality because of the pression from family and society. What do you think is the trend? How do you imagine the situation in ten years?
I think there are two halves of the same apple. I know amongst my acquaintances homosexuality is no scandal. There’s full homogeneity of different sexual orientation. Dialogue is open, aware. But I know about people for whom the situation is completely different, there’s no dialogue. What’s different is wrong and must be avoided or discriminated against. Ten years are few. In ten years more people will live sexual orientation in a more human way. I think fifty years is the time we need. Maybe my grandkids will play not with Barbie and Hulk but with non-sexist toys.

There are many cases of bullyism, violence and discrimination against lgbt people. Why, according to your opinion, does it happen? What induces people to insult, beat and mistreat? And what do you think should be done in order to change things?
To this I don’t feel like answering directly, but I’d like to talk about my experience. The relationship with the girl I loved went wrong because she was worried about disappointing her mother, she just couldn’t. Neither I was ready. I was less than eighteen. She is beautiful, difficult. I’m not one that leaves and she knows it. She had to do something strong to send me away, so she cheated on me. As soon as she saw everything was crumbling she felt lost.

Did the fact that she spoiled your relationship because she was afraid of her parents’ reaction, regardless of the following cheating, make you angry or not? I mean, do you understand her fear and confusion or do you condemn her? My intention is not to judge her as a person but only the context in which one can live.
No. I understand her. It’s your life, choises are up to you. I understand her fear. I can’t understand cheating me but everything else, I get it. But long time after. It took a long time. I’d have liked her to tell me. But that’s personal, it’s not about the situation, it’s about her.

Have you ever had problems in relationships or friendships because of your bisexuality?
Never, no problems. But I’m not completely out, as I said, so I live a more comfortable situation. I live in Turin, a big city, and I’m from a town in Sardinia. I’m having my experiences, I’m going on, a little bit silly. I don’t impose myself and I know this can seem coward to those who instead are out and proud. But I never felt this need. Maybe someday. But inside me I’m at pace with everything and I’m aware.

3 pensieri su “Bisessualità e il sogno di un mondo senza distinzioni di genere

  1. Bellissima intervista.
    Io credo fermamente che dichiararsi sia un dovere e un diritto di tutti noi.
    Nascondersi dietro il “reputo che questo non abbia bisogno di spiegazioni” possa essere un’arma a doppio taglio.
    Perchè se da una parte così tendiamo a “neutralizzare” questa “differenza”, dall’altra rallentiamo il nostro duro e faticoso lavoro di riconoscimento e di affermazione della propria identità.
    Per me, è importantissimo avere il coraggio di chiamarci per il proprio nome. Così, riusciremo a neutralizzare la differenza. Facendoci conoscere sempre più, senza nasconderci.
    un saluto
    a presto
    M

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    • Ciao, grazie per la visita e per il commento. 🙂
      Di certo la battaglia per la visibilità è fondamentale e soltanto manifestando apertamente il nostro essere possiamo sfatare i pregiudizi e i miti che nascono dall’ignoranza e dalla cattiveria. D’altra parte, se sono d’accordissimo con le tue parole in generale, riconosco anche che ciascuno vive le proprie particolari situazioni e ha le sue ragioni per scegliere un momento piuttosto che un altro per dichiararsi, o forse per non farlo mai.
      Penso però che chi di noi ha il coraggio o la fortuna di avere la possibilità di dichiararsi può dare una grossa mano a chi invece non può o non vuole farlo, perché il nostro esempio può far cambiare idea a tanti che hanno paura dell’idea astratta dell’omo/bi/transsessualità ma poi si ricredono quando ci conoscono di persona! 😀
      Un saluto anche a te!

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